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La suocera


di Merryboy
07.09.2022    |    817    |    4 9.6
"Ad un certo punto, tra un ansimo e l’altro, mi suocera mi disse “Sei un porco, così mi fai morire ancor di più!”..."
Conobbi quella che oggi è diventata mia moglie durante una vacanza di qualche anno fa sul Mar Rosso. Un vero e proprio colpo di fulmine: alta, mora, un corpo perfetto, due occhi penetranti. La sorpresa fu scoprire che viveva a non più di 20 km da me, in un paesino di una piccola valle del Trentino.
Ritornati dalle vacanze, ci siamo frequentati in “clandestino” per qualche settimana. Di lì a poco è arrivato il fatidico momento della presentazione alle rispettive famiglie. Era una calda sera di fine estate quando, agitato ed un po’ intimorito, mi presentai alla soglia di casa di quelli che oggi sono i miei suoceri. Si apre la porta e mi accoglie la mia fidanzata, splendida come sempre. La coda dell’occhio mi cadde però velocemente su una lunga chioma bionda che attraversava velocemente la sala: una fugace apparizione che stranamente mi causò un piccolo tremolio allo stomaco. Col senno di poi capii il motivo di tale “disturbo”: un innato sesto senso per la bellezza.
Entrai a casa e subito mi venne presentato il papà (bell’uomo brizzolato sui 50) ed il piccolo fratellino. Solo qualche minuto dopo apparve la mamma e ne restai folgorato. Una donna di innata bellezza: alta circa 1.70, due occhi di un azzurro sconvolgente, fisico da pin-up, abbronzatissima, sorriso smagliante, mani curatissime. Insomma, uno spettacolo.
La serata di presentazione di quello che poi divenne il loro futuro genero fu piacevolissima; dopo un primo momento di comprensibile imbarazzo, l’atmosfera divenne più rilassata e quasi goliardica, grazie anche a qualche bel bicchiere di prosecco. L’unica nota stonata fu la mia difficoltà nel distrarre la vista dal decolleté della suocera. Il vestitino leggero che portava, pur molto castigato, lasciava intravedere ad ogni suo movimento una valle nella quale mi sarei perso volentieri. Finita la serata me ne tornai a casa e mi buttai subito nel letto. Sarà stato l’alcol ancora in corpo, la visione ancora impressa nella retina, qualcos’altro, ma quella notte sognai di far l’amore con quella donna. La mattina mi svegliai con un piacevole ricordo ma al contempo con un tremendo senso di colpa per quello che, pur onirico, avevo fatto quella notte.
Decisi quindi di cercar di sopire quel desiderio e nei mesi/anni successivi, grazie anche alla sempre maggior complicità anche a letto con la mia compagna, riuscii nel mio intento.
La frequentazione con la casa dei miei suoceri divenne sempre più assidua e tutt’oggi continua così. Sono brave e belle persone con le quali il tempo scorre velocemente. In questi anni mi è capitato anche di passar del tempo da solo con la suocera, con la quale si è instaurato un rapporto di piacevole conoscenza/quasi amicizia. Si parla di (quasi) tutto, si ride, si scherza; ma mai una battuta, un’allusione, una simpatica provocazione. Fino a quest’estate!
A giugno, finita la scuola dei miei due figli, decidemmo di raggiungere i miei suoceri nella casa che da anni hanno in Toscana. Dopo qualche giorno di mare, durante i quali l’occhio pretese dopo anni la sua parte (quel fantomatico décolleté che mi stregò il primo giorno) arrivò una telefonata dall’allenatore di mio figlio più grande dicendo che c’era la possibilità di fare un provino per una squadra di categoria. Mi sono subito proposto per mettermi io in macchina e risalire; questione di un paio di giorni e poi saremmo ritornati. La cosa andò invece diversamente. Visto che il suocero doveva rientrare anche lui per una breve riunione di lavoro e mia moglie per un’analoga urgenza, si decise che avrebbero accompagnato loro mio figlio, lasciando me ed il figlio più piccolo con la nonna a goderci quei due giorni di mare.
Partirono di mattina. Dopo i saluti, noi 3 ce ne andammo al mare. Quella giornata passò in allegria: mia suocera sotto l’ombrellone a chiacchierare con le amiche, io a giocare col bimbo ed i suoi amichetti. Arrivò il momento di tornare a casa e decidere per la cena. L’ idea, visto poi che nè io ne mia suocera avevamo tanta voglia di metterci ai fornelli, fu quella di uscire a mangiare in un bel locale sulla spiaggia. Mentre lo stavamo scegliendo, arrivò una telefonata di una mamma di un amico di mio figlio che ci chiese se potessimo portarlo da lei, visto che il suo bimbo voleva assolutamente passar la serata e la notte con il mio.
Avendo sentito la telefonata, lo sguardo di mio figlio non mi permise di prender altra decisione se non quella di accompagnarlo da loro. Uscendo, dissi a mia suocera di scegliere a questo punto il locale che più le aggradava.
Lasciato il bimbo dagli amici con le usuali raccomandazioni, rientrai a casa, immaginando di trovar mia suocera già pronta per uscire.
La ritrovai invece ancora in tenuta da spiaggia che leggeva il suo libro sul divano. Mi disse: “Ma senti, che ne dici se invece di uscire non mangiassimo qualcosina a casa e ci bevessimo in tranquillità un paio di bicchieri di vino? In realtà, sarei abbastanza stanca e sarei uscita solo per far piacere al bambino.”
Risposi che non c’erano assolutamente problemi. Mi incaricai di preparare qualche stuzzichino e di metter in ghiacciaia le bevande.
Nel frattempo, dissi alla suocera di star tranquillamente in relax e se voleva approfittare di quei minuti per farsi la doccia. Mi rispose:” Sei proprio gentile! Grazie Marco, doccia al volo e poi comunque ti aiuto a preparare”.
La sentiì salire le scale e mi sarei aspettato di vederla scendere da lì ad una decina di minuti. L’acqua iniziò a scorrere. Preso dalle mie faccende, buttai dopo un po’ l’occhio all’orologio: erano passati 15 minuti. Tesi l’orecchio: dal piano di sopra nessun rumore. Presi la bottiglia di vino e la portai in tavolo. A minuti l’avrei vista scender dalle scale. Passarono invece altri 10 minuti e non accadde nulla. Preoccupato dissi” Tutto bene al piano di sopra? Posso versare il vino?”. La risposta fu immediata “Sì sì, tranquillo, non ti preoccupare. Tutto a posto. Potresti però salire un secondo che ho un problemino?”
Fatta la rampa di scale, vidi che in bagno non c’era. Bussai allora alla porta della sua camera. Mi disse, “Entra pure”. La trovai in piedi vicino al letto, con addosso quell’accappatoio bianco che risaltava ancor di più la sua abbronzatura e l’azzurro dei suoi occhi.
“Ho paura di essermi scottata la schiena. Saresti così gentile da passarmi un po’ di crema?” La motivazione poteva esser anche plausibile: qualche giorno prima aveva preso una botta al gomito destro e non riusciva a muoverlo benissimo.
“Nessun problema, figurati. Lo faccio volentieri”. Pertanto, si girò di schiena e si abbassò leggermente l’accappatoio. Preso il doposole, cominciai a spalmarlo delicatamente sulle sue spalle, apprezzando la morbidezza della sua pelle. Dopo il primo tocco, si ripropose un parente di quel tremolio provato la prima volta che la vidi, ma ora interessava anche una parte un pochino sotto lo stomaco. Sentivo il mio amichetto che stava cominciando a muoversi sotto i pantaloncini. In parallelo, la mia mente stava viaggiando a mille, pensando a cosa avrei voluto fare a quella dea. Preso dalle fantasticate, non mi accorsi che era da qualche bel minuto che stavo continuando a metter la crema solo in un punto. Se ne accorse però mia suocera, che ad un certo punto mi disse “Ma ti sei perso? Sarei curiosa di sapere a cosa stai pensando, anche se un dubbio ce l’ho”. In quella si voltò verso di me e si fece una risata vedendo l’imbarazzo sul mio volto.
“Marco, ho qualche anno più di te. Alcuni possono definirmi una vecchietta, ma ti assicuro che so ancora leggere nella mente dei maschi. Pensi che non mi sia accorta di nulla il primo giorno che ci siamo visti? E negli anni trascorsi da allora, di come a volte mi guardi?”
Stavo per rispondere, quando lei continuò “Ma devo anche dirti che anch’io sono stata un po’ turbata dal nostro primo incontro. E lo sono sempre quando ti vedo.
In quel momento, fece cadere l’accappatoio. Una visione celestiale. Due mammelle grandi, un po’ cadenti ma bellissime, piccole areole e due capezzoli che sembravano due piccoli lamponi. Un sesso depilato, con delle labbra un po’ sporgenti, lucide e di un rosa acceso.
A quel punto, le mie inibizioni si sciolsero come neve al sole. La baciai appassionatamente. Una bocca calda e voluttuosa mi accolse, lasciando poi spazio alla sua lingua che sembrava quasi volermi penetrare. Nel frattempo, le sue lunghe dita ornate di stupende unghie color smeraldo mi afferrarono i pantaloncini e con un movimento unico mel li abbassò assieme ai boxer fino alle caviglie. Il mio sesso, ormai durissimo, saltò fuori come un animale in gabbia. Sentendolo rimbalzare sul suo ventre, si staccò immediatamente dalla mia bocca per accoglierlo. Che sensazione meravigliosa! Me lo stava letteralmente mangiando! La fermai quasi subito, così tanta la mia eccitazione che rischiavo di venire in qualche secondo.
La presi quindi tra le braccia e la buttai sul letto, dedicandomi a quel fiore che aveva in mezzo alle gambe. Un sapore incredibile! Dolce e profumato! Dopo il primo momento di pura voracità, mi dedicai a quelle labbra con più delicatezza. Ricordo ancora come fosse ora la sensazione della mia lingua che dolcemente passava dalle piccole alle grandi labbra e quel clitoride che spuntava come un germoglio che non potevi assolutamente non gustare. Più la coccolavo e più il nettare usciva e mi riempiva la bocca; piccoli fiotti facilitati anche dagli spasmi del suo ventre. Ansimi e gridolini di piacere erano la colonna sonora di quei momenti. Un mio primo dito decise di esplorare la fonte del nettare, al quale se ne aggiunse subito un altro. Grazie a questo, la colonna sonora aumentò incredibilmente di volume fino a quando, con un ultimo grido, fui investito da un getto potentissimo. Nooo mia suocera squirta!!! Il mio ormone impazzì definitivamente! Ora la foga si era impossessata della mia lingua e delle mie dita. Venni praticamente inondato più e più volte, al punto che mi bruciavano pure gli occhi. Spettacolare!
Decisi quindi che era arrivato il momento di dar soddisfazione anche al mio sesso, che stava da tempo pulsando dall’eccitazione. Mi stesi sul letto, misi quelle due stupende gambe sulle mie spalle e cominciai a sfregolare la mia cappella violacea su quelle labbra. Poi, piano piano, la avvicinai alla fessura; la feci entrare più volte solo un pochino, per far crescere ancora di più la voglia di lei. Ad un certo punto, tra un ansimo e l’altro, mi suocera mi disse “Sei un porco, così mi fai morire ancor di più!”. Si inarcò un pochino, mi mise le mani sulle mie natiche e con un colpo secco se lo infilò tutto. Subito un altro fiotto mi inondò il pube. Continuai ed entrare ed uscire per qualche minuto, ma con tutto quel liquido stavo perdendo la sensibilità. Mia suocera continuava ad aver ripetuti orgasmi ed a un certo punto decisi che era giunto anche il mio momento. Visto che davanti era per me impossibile (troppo bagnata), rischiai la pratica che non tutte le donne apprezzano.
La feci girare a pancia in giù. Non oppose alcuna resistenza, forse anche perché persa nei suoi continui godimenti. Con tutto il liquido uscito dal suo fiore e tutto quello sul mio membro, non ci fu bisogno di altra lubrificazione. Dopo qualche attento approccio al suo buchino, lentamente, spinta dopo spinta, le entrai completamente. Lei sembrava impazzita dal piacere. Non so se e quante volte lo aveva fatto nella sua vita, ma di sicuro stava godendo, eccome! Dopo qualche minuto, stavo letteralmente per esplodere; lei senti la mai cappella che si stava gonfiando e cominciò a dirmi, sempre con quel tono ansimante, “Riempimi. Voglio sentirti venire!”
Uno dei più bei orgasmi della mia vita! Mi sembrava di esser risucchiato completamente! Come se mi stessero staccando il midollo dalle vertebre!! Penso di aver urlato come non mai!
Completamente sfinito, ricaddi al suo fianco; lei si girò verso di me, mi piantò in viso i suoi occhi ora di un azzurro leggermente velato e mi disse “Era ora” e mi diede uno dei baci più dolci e teneri mai ricevuti.
Ci addormentammo assieme per un’oretta; scendemmo poi, ancora pieni dei nostri umori ed odori, al piano di sotto. La fame era passata ma brindammo a quella sera che in fondo avevamo da sempre desiderato.
Quella notte la passammo assieme, abbracciati come due giovani fidanzati. La mattina fummo svegliati dalla telefonata di mia moglie che preannunciava l’arrivo nel pomeriggio e da quella della mamma dell’amichetto di mio figlio che ci avvisava che tra un’oretta sarebbe passata da noi a riportarlo. Probabilmente, avessimo avuto più tempo, avremmo ripreso quanto vissuto la sera precedente ma così non fu.
Prima di uscire dal letto, la suocera però mi disse “Promettimi che ci sarà una seconda volta.” La mia riposta la potete tranquillamente immaginare.
Dopo 3gg dall’arrivo di mia moglie, ripartimmo destinazione casa.
I suoceri si fermeranno in Toscana fino ai prima di ottobre. Aspetto con ansia il loro ritorno!




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